LE ORIGINI DEL CULTO

 

 

LE ORIGINI DEL CULTO

Sin da tempi antichi il Santuario di Pozzano è metà privilegiata di grazia e misericordia. Tre eventi particolari ne caratterizzano la storia e la devozione dei fedeli.

Il ritrovamento della Sacra Immagine della Vergine

La persecuzione iconoclastica, iniziata da Leone Isaurico, aveva costretto i fedeli, che possedevano immagini sacre, a nasconderle. Col passare del tempo e la morte dei proprietari, si perse, ogni ricordo. La tradizione racconta che per più notti, naviganti, mandriani e pescatori, vedevano una fiamma ardere sulla collina di Pozzano ma che, tuttavia, non bruciava il vicino bosco. In una di queste notti la Vergine apparve in sogno, piena di luce, ad alcuni pescatori, raccomandando di costruire una chiesa in suo onore sulla collina e li invitò a recarsi dal Vescovo. Quest’ultimo aveva ricevuto dalla Vergine Maria la stessa visione. Recatisi sul luogo indicato dalla Vergine, tra sterpi e rovi, scoprirono la bocca di un pozzo senz’acqua. Sul fondo scorsero un involucro in cui trovarono una bellissima icona raffigurante la Vergine col bambino lattante, circondata dalle raffigurazioni degli Apostoli. Il primitivo Santuario, costruito sul luogo che va dal pozzo sin dietro l’attuale altare maggiore con ingresso ad Occidente, fu meta di pellegrinaggi sin dal suo nascere. La prima notizia documentata dell’esistenza della Chiesa è del 13 giugno del 1330, in quell’anno era governata dal canonico Simone Certa. Il primo documento che invece fa riferimento alla Sacra Icona della Madonna di Pozzano è del 1419, in quella occasione la regina Giovanna II d’Angiò ordinava di prelevare un carlino a settimana (ogni sabato) da destinare all’acquisto dell’olio per la lampada che ardeva dinanzi la sacra immagine della Vergine.

LA VISITA DI SAN FRANCESCO DI PAOLA

Verso la fine del 1400 andò diffondendosi la fama di santità del frate eremita calabrese Francesco di Paola. Anche gli stabiesi – come annota il De’ Ruggeri – avendo sentito parlare della santità e dei miracoli del Patriarca San Francesco di Paola e desiderosi di vedere crescere il culto della Vergine, loro patrona, offrirono al santo, vivente, un luogo per fondarvi un convento. I primi frati furono accolti “con ogni esterior segni di stima e di ossequio, come se fossero venuti due angeli dal cielo”.
Per gelosia del rettore della Chiesa di Pozzano, che si rivolse al Re di Napoli Ferdinando I d’Aragona, i frati furono con decreto regio espulsi e al posto dell’iniziale fabbrica del convento il figlio secondogenito del Re, il cardinale Giovanni d’Aragona, fece costruire una villa. Secondo il Montoya – storico dei Minimi – San Francesco di Paola nell’andare verso Napoli, sostò per tre giorni e tre notti nella chiesa di Pozzano, per venerare la Madonna. In seguito il Re, dopo aver accolto San Francesco alla sua Corte, revocò le prescrizioni contro tutti i frati e concesse ampi privilegi; ma fu lo stesso santo a non ritenere opportuno il ritorno dei suoi frati a Pozzano. Nel 1506 il rettore della Chiesa di Pozzano fu nominato vescovo di Massa Lubrense, in quel modo la rettoria fu annullata e la chiesa, con tutte le rendite, venne assegnata ai Frati Minimi. San Francesco di Paola, che a quel tempo si trovava in Francia, inviò come suo vicario padre Justeau e come correttore del convento padre Francesco da Fiumefreddo. I Frati Minimi si impegnarono a costruire il nuovo tempio, iniziato nel 1506 fu terminato nel 1539. Alla costruzione contribuirono i devoti, sia con offerte che con prestazioni manuali. Tra questi un munifico benefattore fu il Gran Capitano Consalvo di Cordova.

IL MIRACOLO DEL CROCIFISSO

Nel 1631 la cittadina di Castellammare è tra quelle più colpite dall’eruzione del vesuvio. Scosse di terremoto e pioggia di cenere e lapilli affliggono gli abitanti. Nel dicembre di quell’anno il Correttore del convento padre Bartolomeo Rosa, uomo di santa vita, si fece promotore di una funzione penitenziale nella Cattedrale.
Prima di rientrare, profeticamente, invitò il popolo ad andare ad accogliere “il Figlio che viene a trovare la Madre sua”. Giunti dinanzi lo specchio d’acqua, ai piedi del Santuario, grande fu lo stupore nel vedere, spinto tra le onde, un Crocifisso privo della croce. Il sacerdote prendendo il Crocifisso, con la solenne benedizione, liberò la città da quella calamità naturale. Madre e Figlio erano uniti e lo sono ancora, a distanza di secoli, nei cuori dei tanti che, da tutto il sud Italia, giungono al Santuario di Pozzano. Il Santissimo Crocifisso di Pozzano è esposto alla venerazione dei fedeli nella sacrestia vanvitelliana. Il popolo ha sempre invocato questa effige nei momenti più difficili, ma la sua ostensione ha anche incorniciato alcuni dei momenti più gloriosi della storia della città di Castellammare di Stabia. Il 19 marzo del 1992 il SS. Crocifisso è stato venerato anche dal papa San Giovanni Paolo II.